TOMOGRAFIA ELETTRICA
TOMOGRAFIA ELETTRICA 2D e 3D
Le prospezioni geoelettriche, insieme a quelle sismiche, sono le indagini geofisiche più conosciute e usate per il rilievo di strutture sepolte, rinvenimento di falde acquifere, studio di agenti inquinanti e ricerca di discariche.
Questa tecnica consiste nel misurare in diversi punti del suolo, mediante opportuni stendimenti di elettrodi, la resistività apparente; l'elaborazione al computer di queste misure permette di visualizzare i risultati in forma di immagini tomografiche molto esplicative. La misura di questo valore prende il nome di “resistività apparente”, in quanto dipende dalla disposizione degli elettrodi nel terreno. La raccolta di queste informazioni avviene lungo tutto il tratto percorso dai filetti elettrici e, di conseguenza, da tutta la semisfera prodotta dall’immissione di corrente nel sottosuolo.
La tomografia elettrica di superficie (TES) si basa su un elevato numero di misure elettriche (metodologia multielettrodo), disposti sul terreno lungo il profilo scelto. La restituzione dei risultati (ricostruzione tomografica) viene realizzata approssimando il terreno (sottosuolo) in maglie o celle (“elementi finiti”) e riportando in un’apposita sezione gli elementi finiti con resistività omogenea.
Questo metodo consiste nel mantenere gli elettrodi di energizzazione esterni rispetto a quelli di misura. In questo caso l’interdistanza elettrodica viene mantenuta costante, mentre viene variata la distanza fra le coppie di energizzazione e di misura, al fine di aumentare la profondità di investigazione.
Di seguito si riporta la restituzione tomografica elettrica. I diversi colori rappresentano valori diversi di resistività registrati con lo stendimento effettuato; la scala verticale riporta la profondità di indagine, quella orizzontale le distanze progressive dello stendimento. Accanto alla sezione compare la scala delle resistività che compongono il modello interpretativo
La mappatura geoelettrica 3D consente di ricavare delle mappe di resistività reale, solitamente a non meno di 13 diversi livelli a profondità logaritmicamente crescenti. Permette quindi di:
Eseguire delle indagini archeologiche di elevato dettaglio in terreni ove il georadar non può operare (terreni fini)
Ricostruire il tracciato di cunicoli e cavità
Localizzare corpi sepolti